Le parole tra me e Lalla

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“Buonasera, signora Romano1!”
“Buonasera! Mi scusi per l’orario insolito, ma il caffè ormai sono abituata a prenderlo a quest’ora, tra l’altro in questo bar.”
In effetti, un caffè alle 18:00 equivale a insonnia quasi certa…

“È una cliente abituale, quindi?”

“Sì, prendo qui il caffè ogni sera, da quando mi sono trasferita a Milano. Fino a qualche anno fa mi ritrovavo a questi tavolini con i miei amici scrittori, poi abbiamo perso quest’abitudine purtroppo…”
“Quando è venuta a vivere a Milano?”
“Ho raggiunto mio marito nel dopoguerra e qui sono rimasta tutta la vita, ma io in realtà sono piemontese, ho vissuto le guerre tra Demonte, vicino Cuneo, e Torino.”

“Che ricordo ha della Resistenza Italiana? So che ne ha preso parte!”
“Sì, ho partecipato alla lotta partigiana, ma riconosco di non essere mai stata in prima linea.
Sono entrata nei Gruppi di difesa della donna, ho corso anche io i miei rischi, ma ho deciso di non scriverne mai.”

“Come mai questa scelta? La letteratura sulla Resistenza ha avuto un successo clamoroso nei decenni dopo la seconda guerra mondiale…”

“È stata una scelta dettata dalla convinzione che ognuno debba occuparsi di ciò che gli compete e io mi sono sempre sentita aliena dallo scrivere di questioni politiche, sociali ed economiche.
È la stessa ragione per cui mi sono dimessa nel ’76, dopo esser stata eletta consigliera comunale a Milano… Banalmente, non fa per me!”

“Quando ha iniziato a scrivere?”

“In realtà piuttosto tardi, ho esordito con una raccolta di poesie intorno ai trent’anni: il mio primo approccio all’arte è stato con la pittura. Poi, dopo una serie di romanzi, ho scritto “Le parole tra noi leggere”: il successo è arrivato nel ’69 e non ero più una ragazzina da un bel po’!”

“Proprio di quel romanzo volevo parlare: Anna Banti al riguardo ha detto <Minuziosamente, con una precisione da cartella clinica niente affatto pietosa, vengono registrati gli incontri-scontri fra istinti analoghi e divaricati in una quasi sacrilega ricerca di reciproca offesa>.  Pensa sia una giusta analisi del libro?”

“Credo che Anna abbia ragione: le parole tra me e mio figlio sono tutt’altro che leggere. Anche quando sono ironiche, nascondono una sfida che va oltre le piccole battaglie quotidiane.”
“Secondo lei perché il romanzo ha avuto così tanto successo?”
“Penso abbia avuto un peso fondamentale il contesto storico in cui è stato pubblicato. Ovviamente io racconto di un periodo antecedente al ’68, ma le ribellioni di Piero alla scuola e alla famiglia si inseriscono perfettamente nel clima sessantottino, nonostante mio figlio sia della generazione precedente. È un personaggio che, se vuoi, ha anticipato gli atteggiamenti dei ragazzi figli del ’68 e credo sia questa la ragione di tanto successo. In fondo, la rivoluzione sociale che fa da sfondo al romanzo, ovvero il passaggio da un tipo di educazione più repressiva a un’educazione permissiva, nel ’68 ha avuto il suo massimo apice, quindi è ovvio che la sua pubblicazione nel ’69 sia caduta involontariamente a pennello.”

“È stato apprezzato tanto dal pubblico, quanto dalla critica: le ha fatto vincere il Premio Strega di quell’anno!”
“Sì, è stato un grande onore. Ma, proprio la genuina spontaneità premiata dalla critica ha aggravato ulteriormente il conflitto con mio figlio, che credo non mi abbia mai perdonato di aver messo per iscritto le parole tra noi tutt’altro che leggere. Sono cose che nessun riconoscimento ti ridà indietro…”
Afferra tra le dita la sua tazzina di caffè, in una presa tremolante, ma nel complesso solida, portandosela alle labbra per berne l’ultimo goccio. La conosco da dieci minuti, ma già mi ha trasmesso la straordinaria, insolita fierezza di essere pienamente sé stessa in tutto ciò che fa, serenamente libera in tutto che dice.

1LALLA ROMANO: nata a Demonte nel 1906, è stata una scrittrice, poetessa e giornalista italiana. Dopo aver conseguito la maturità classica, si iscrive alla facoltà di lettere dell’Università di Torino, dove si laurea a pieni voti nel 1928.
Pubblica la prima raccolta di poesie nel 1941, con il titolo “Fiore”. Dopo la guerra raggiunge il marito Giovanni Vermiglia a Milano e nel 1951 pubblica il primo romanzo “Le metamorfosi”, seguito da “Maria”, “Tetto murato” e “Diario di Grecia”.
Nel 1969 arriva il successo con “Le parole tra noi leggere”. Negli anni successivi continua a scrivere poesie e romanzi, come “L’ospite”, fino a che si spegne nel 2001, al fianco del suo amorevole compagno Antonio Ria.

 

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Emma de Pasquale è nata a Roma il 19/09/1997. Ha conseguito il diploma di maturità classica presso il Liceo Socrate con la votazione di 100/100 e attualmente è iscritta al secondo anno di Lettere Moderne all’Università La Sapienza di Roma. Ha interesse per il giornalismo e l’editoria, soprattutto se volti a mettere in evidenza le criticità dei nostri tempi in un’ottica di genere.