L’Alba di Roma

0
790
image_pdfimage_print

Giornata torrida, oggi. Tra i vicoli stretti trasteverini non si respira, non c’è un centimetro d’ombra neanche a pagarlo oro.
Tra le botteghe e i tanti caffè per turisti intorno a San Callisto, finalmente vedo Alba, che mi aspetta davanti a uno dei pochi bar senza menù fisso.
“Non me la ricordavo così questa piazza… Trastevere mia come t’hanno ridotto?!”
“Anzi, è uno dei pochi quartieri che ancora un minimo si preserva nella sua autenticità, signora De Céspedes1… Lei è tanto che non vive più a Roma?”
“Sì, sono solo di passaggio. Ormai sono una parigina a tutti gli effetti, ma a Roma ho passato gran parte della mia vita.”
“È nata qui?”
“Sì, mio padre è stato mandato come ambasciatore da Cuba e si innamorò di mia madre. Anche lei perse la testa e per sposarlo divorziò dal marito… Credo sia stata una delle prime donne in Italia! Mio padre le diceva “sei l’alba della mia vita” e guarda un po’? Proprio Alba mi hanno chiamata!”
“Che tipo di persone erano i suoi genitori?”
“Due gran belle persone per me, mi hanno trasmesso l’amore per la politica, per l’antifascismo: a casa mia non si parlava d’altro!”
“Dimenticavo che è stata partigiana!”
“Ora, partigiana forse è un termine esagerato se lo intendiamo come combattente. Se invece vuol dire che mi sono schierata, che ho parteggiato, allora sì, lo sono stata eccome. Per il fascismo ero un personaggio molto scomodo, tanto che nel ’35 sono stata arrestata. In tutta risposta io ho continuato a scrivere e me ne sono andata da Roma, verso il Sud. A Bari ho condotto per un po’ una trasmissione radiofonica resistente, sotto lo pseudonimo di Clorinda. Sempre in quegli anni, quando ho pubblicato “Nessuno torna indietro” hanno anche tentato di far ritirare le copie in vendita, ma non ci sono riusciti. Anzi, quel libro è stato fortunatissimo, anche troppo.”
“Perché ‘troppo’?
“Perché purtroppo il primo libro fortunato ti marchia a vita e penso che la fama di scrittrice di successo abbia effettivamente disturbato le mie reali ambizioni di novità stilistica e tematica, soprattutto con l’ultima produzione.”
“Pensando ai romanzi successivi a “Nessuno torna indietro”, la mia mente va subito a “Quaderno proibito”, che trovo un magistrale percorso verso l’autocoscienza. Lei che ne pensa?”
“Questo quaderno proibito non è poi altro che un diario, che Valeria, la protagonista, vede come proibito perché ci annota sopra le sue riflessioni più intime su sé stessa e sulle persone che ha intorno, con un enorme senso di colpa. È uno dei romanzi in cui sento di aver messo più elementi di me stessa: la scrittura è per Valeria una sorta di rivelazione e, acquisendo coscienza di sé, le fa intravedere nuove possibilità di esistenza. Ho voluto provare a raccontare quel mondo interiore che le donne non raccontano, o quantomeno non raccontavano, mai.”
“Che poi Valeria non è l’unica donna dei suoi romanzi, anzi, direi che c’è un assoluto protagonismo femminile, o sbaglio?”
“Non sbagli: è così. Il fatto è che durante la guerra, con la convinzione che davanti alla morte siamo tutti uguali, si erano fatti molti passi avanti nell’equilibrio tra i sessi. Non dico che fosse un concetto radicato, ma decisamente la situazione era diversa. Con il ritorno alla normalità, le donne sono, a mio parere, semplicemente riscivolate nella subalternità e credo fosse giusto contestare questo fatto con i mezzi a mia disposizione, ovvero con la scrittura.”
“La critica letteraria dell’epoca ha etichettato la sua produzione letteraria come una sorta di ‘apologia delle donne’. È d’accordo?”
“Lo sarei pienamente se nei miei romanzi avessi previsto esclusivamente figure femminili riscattate, eroiche, vincenti. Invece, nella maggior parte dei casi, l’epilogo dei personaggi è tutt’altro che trionfale. La vera vittoria delle protagoniste, al di là del finale felice o meno, sta a mio giudizio nell’aver tutte compiuto un percorso di crescita, di scoperta e coscienza di sé, senza però mai tradire sé stesse. E non tradirsi per compiacere qualcun altro, cara mia, è il più grande successo che una donna possa dire di aver raggiunto!”

1ALBA DE CÈSPEDES: nata a Roma nel 1911 è stata una scrittrice e poetessa italiana, autrice anche di testi per il cinema e il teatro.Tra i suoi romanzi più famosi ricordiamo “Nessuno torna indietro” (1938), “Dalla parte di lei” (1949), “Quaderno proibito” (1952) e “Nel buio della notte” (1976).
Fu una figura di spicco nell’ambiente degli intellettuali antifascisti del tempo,  tanto che, quando nel 1944 fondò Mercurio“, la rivista letteraria si avvalse fin dalle prime pubblicazioni delle firme di AlbertoMoraviaErnest HemingwayMassimo BontempelliSibilla Aleramo
Si trasferì a Parigi negli anni