Psicoterapia aperta

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Nasce, a partire da un’idea di Luigi d’Elia, un ambizioso progetto di rete che intende realizzare un virtuoso contatto tra l’enorme domanda di cure psicologiche e l’offerta di ore a tariffe calmierate da parte di centinaia di professioniste e professionisti della salute psicologica che di fatto già operano con pazienti non in grado di sostenere le tariffe di mercato.

Il servizio pubblico, spesso definanziato e sottoorganico, come è noto non riesce quasi mai ad accogliere la domanda di psicoterapia, se non in piccola parte e solo per le situazioni più severe. 

Tale domanda di cura rimane inevasa poiché non riesce a essere intercettata dal settore privato, considerato a ragione irraggiungibile:  si tratta con frequenza di cure che richiedono molto tempo e le tariffe private mediamente oscillano dalle 200 alle 600 euro mensili, cifre di fatto disponibili solo per le fasce di reddito medio-alte.

La psicoterapia è inserita nei LEA del servizio sanitario, cioè nei Livelli Essenziali di Assistenza: in teoria, dunque, sarebbe un diritto esigere questo genere di cure. La realtà, come in moltissimi altri casi, è ben diversa: sono tantissime le persone che rinunciano alla cura e sono frequentissimi i casi di mancato intervento in situazioni che per trascuratezza, come accade per qualunque altra patologia e con le conseguenze che conosciamo, tendono invece a cronicizzarsi e a peggiorare. 

“È da anni che orecchiando in giro per i vari network professionali – dichiara d’Elia – mi ero accorto di questa spontanea e ordinaria pratica di inclusione da parte di colleghe e colleghi che per una piccola parte del proprio orario decidono di non rifiutare domande di persone, giovani e meno giovani, desiderose di prendersi cura attraverso percorsi di psicoterapia o consulenza psicologica. E allora ho fatto due semplici conti: gli psicoterapeuti privati in Italia sono tantissimi (anche troppi), circa 50.000; molti dei quali già dedicano ore low cost a una parte dei loro pazienti meno solventi. Perché allora non utilizzare intelligentemente il web per fare economia di scala e mettere in contatto la domanda con l’offerta esistente?”

Nel giro di pochi mesi, raccolto un comitato promotore e attivate tutte le risorse organizzative, nasce il sito www.psicoterapia-aperta.it che si pone i seguenti obiettivi:

– censire tutti i colleghi che già offrono tariffe low cost,

– collegare domanda e offerta low cost,

– raccogliere dati sulla domanda di cura delle fasce sociali meno abbienti e della relativa offerta privata

– sensibilizzare/sollecitare l’intervento pubblico

Di certo, anche se l’adesione al portale fosse massima, potrebbe rispondere a poche migliaia di richieste, ma già sarebbe un segnale. Un segnale che vogliamo raggiunga il prima possibile chi, a livello di politiche sanitarie, decide delle sorti della nostra salute psicologica. 

È stata attivata una raccolta fondi per le spese del portale, questo il link per eventuali donazioni

 http://sostieni.link/18112  

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Laureata in Lettere e in Storia e Società a Roma, insegna Geografia nella scuola superiore e coordina progetti di didattica di genere. È fondatrice e presidente nazionale dell'associazione e del gruppo di ricerca-azione Toponomastica femminile. Autrice negli anni di numerosi articoli su testate diverse, cartacee e on-line, ha pubblicato nel 2011-2013 le guide turistico-culturali Roma. Percorsi di genere femminile, (voll. 1 e 2, ed. Iacobelli). Ha curato i volumi Sulle vie della parità (Universitalia, 2013) e Strade maestre (Universitalia, 2015) e cura, per EUS edizioni, la collana Le guide di Toponomastica femminile, volta a riscoprire tracce femminili nei diversi territori.