The Mother of the Civil Rights Movement. Rosa McCauley Parks

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Alla fine dell’anno scolastico si susseguono molti eventi che hanno lo scopo di far conoscere anche al pubblico di genitori e genitrici, cittadini e cittadine esterne alla scuola le imprese più belle e significative sviluppate da ragazzi e ragazze che non solo si stanno preparando a entrare in società, ma che ne sono già parte attiva e propositiva. Una di queste occasioni è stata a Lodi la ManifestAzione ASL, il 31 maggio scorso, che ha presentato le buone pratiche dell’Alternanza Scuola Lavoro tra presente e futuro.

Lo stand del Liceo Maffeo Vegio – insieme a tanti altri progetti e attività di ASL realizzate nel triennio 2015-2018 in cui gli stage sono diventati obbligatori per legge (la famosa o famigerata 107, detta della “Buona scuola”) – ha presentato l’allestimento della mostra del Viale delle Giuste, che le studenti della classe 3 E del Liceo delle Scienze Umane hanno saputo ben illustrare a chi si fermava a chiedere notizie e informazioni sulle attività. 

Foto 1. La classe all’opera

Tra le tante figure di Giuste rappresentate (per la definizione di Giusta e il progetto di Alternanza Scuola Lavoro attinente vedi https://www.impagine.it/toponomastica/ricerche/4487-2/) ha particolarmente colpito il pubblico una donna forse mai ben identificata come Giusta ma appartenente al popolo e capace di rivendicare diritti fondamentali, come quello della libertà e dell’uguaglianza, senza grandi parole e tuttavia con l’azione silenziosa quanto ferma e decisa.

Foto 2. Il pannello della mostra dedicato a Rosa Parks

Rosa McCauley era una sarta, che si guadagnava da vivere lavorando in un grande magazzino di Montgomery, in Alabama, dove risiedeva. Allora, nei primi decenni del ‘900, non c’erano molte alternative per una donna, figuriamoci per una donna nera! Chi apparteneva alla cosiddetta razza inferiore, poteva a malapena stare negli stessi luoghi degli altri: dappertutto vigevano minuziose e intransigenti leggi che ponevano i bianchi a un livello superiore rispetto ai neri.

Nel 1932 sposa Raymond Parks, un attivista del movimento dei diritti civili, e frequenta la Highlander Folk School, un centro educativo per i diritti dei lavoratori e l’uguaglianza razziale, negli anni in cui Martin Luther King lottava per far valere i diritti dei neri, che nel XX secolo, venivano ancora oppressi dai bianchi.

Montgomery, 1° dicembre 1955: Rosa McCauley sta tornando a casa in autobus. Sale, prendendo posto dietro alla fila dei bianchi, nei ‘posti comuni’. Un bianco, invece, rimane in piedi. Il conducente se ne accorge e le ordina di cedergli il posto. Rosa non si muove: è un silenzioso segno di ribellione, un NO determinato, pronunciato sommessamente. Il conducente ferma il pullman, chiama gli agenti di polizia: Rosa è imprigionata per comportamento improprio e per non aver rispettato le leggi cittadine.

Il gesto di Rosa però non rimane senza conseguenze: si verifica infatti un effetto a catena e, grazie a lei, si accende la voglia di lottare per la libertà e l’uguaglianza di tutti. La notizia della sua carcerazione, la notte stessa, porta decine di organizzatori e capi delle comunità afroamericane a dare inizio a una rivolta. Da allora è conosciuta come The Mother of the Civil Rights Movement. Guidata da Martin Luther King, la rivolta provocata dal coraggio di Rosa è “l’espressione individuale di una bramosia infinita di dignità umana e libertà”, come ebbe a dire lo stesso pastore protestante, che organizzò dal pulpito della sua chiesa il boicottaggio pacifico delle autolinee di Montgomery. La comunità nera di Montgomery non userà gli autobus per ben 381 giorni.

Nel 1956 la Corte Suprema degli Stati Uniti d’America, dopo essere stata informata dell’episodio, ordinò, all’unanimità, che la segregazione sui pullman pubblici dell’Alabama fosse, da quel momento, considerata incostituzionale.

Foto 3. Genova Voltri. Intitolazione a Rosa Parks. Foto di Daniela Domenici

Dare visibilità a questa donna e raccontare la sua storia è stato un grande piacere per le studenti del Vegio. Il pubblico della ManifestAzione ha ringraziato le ragazze e ha apprezzato il lavoro svolto da tante classi di tutta Italia che hanno partecipato alle due edizioni scorse del concorso “Sulle vie della parità”, indetto dall’Associazione Toponomastica femminile.

In copertina. Sedile di un autobus a Miami. Foto di Luciana Grillo

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Danila Baldo, docente di filosofia e scienze umane presso il Liceo Maffeo Vegio di Lodi, collabora con l’UST e il Comune di Lodi sui temi del Gender mainstreaming e delle politiche di genere. Coordina dal 1993 il gruppo diade, costituito da insegnanti di scuole di diverso ordine e grado, che ha realizzato diverse pubblicazioni sul tema della pedagogia della differenza di genere e tiene regolarmente corsi di aggiornamento per docenti. È referente provinciale per Lodi dell'associazione Toponomastica femminile. Collabora con IFE-Iniziativa Femminista Europea e SNOQ-Se non ora quando? È stata Consigliera di Parità provinciale dal 2001 al 2009.