Lo scorso 14 aprile sono stata a Macerata per la quinta edizione festival di illustrazione Ratatà; durante il festival c’è stata l’inaugurazione della Retrospettiva su Isidro Ferrer, che ho avuto la fortuna di conoscere e di osservare all’opera.
L’artista si aggirava con il suo cappello e il suo bicchiere in mano, e non appena qualcuno gli si avvicinava per una firma o una dedica, dimenticava la folla intorno per realizzare dei piccoli ma accurati disegni su qualunque tipo di supporto: un poster, un quadernetto o un foglio strappato, e in assenza di acqua bagnava la brush pen nel suo bicchiere di vino.
Isidro Ferrer, classe ’63, nato a Madrid, grafico e illustratore, si forma in drammaturgia ma scopre presto la sua vocazione per la comunicazione visiva. Dalla fine degli anni ’80 inizia a emergere nel panorama della grafica; nel 2002 vince il National Design Award.
Si distingue nel panorama nazionale con la vincita di numerosi premi e con le numerose pubblicazioni che girano presto il mondo. Dal 2000 è membro AGI, una prestigiosa associazione che riunisce i migliori grafici, designer e illustratori mondiali.
L’opera di Ferrer conta numerosi manifesti, spesso legati al mondo del palcoscenico, da cui proviene.
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La seconda parte della sua produzione riguarda i libri, specialmente quelli per bambini, che gli permettono una maggiore libertà espressiva.
Se si osservassero tutti i libri di Isidro Ferrer uno accanto all’altro (e ci vorrebbe un tavolo davvero grande, perché stiamo parlando di trentuno pubblicazioni a oggi!) si noterebbe una grande variazione. Piccoli libricini che si nascondono nelle librerie, grandi libroni ai quali è difficile trovare un posto, libri rilegati in brossura e leporelli… la produzione di Ferrer è totalmente variegata in termini di formato e dimensione, che sarebbe difficile trovare un libro simile a un altro.
Ciò che accomuna le sue opere sono la delicatezza, la potenza comunicativa, l’utilizzo di forme rotonde e sinuose, i colori scelti e dosati con saggezza e i suoi personaggi, sempre costruiti con grande ironia e capaci di generare un effetto di sorpresa in chi osserva.
Sembra che Isidro non immagini altri mondi, ma si limiti a tradurre la realtà nella quale siamo immerse e trasformarla in poesia, donandoci la sua personale visione ironica, leggera, e per questo sempre riconoscibile.
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In Un Jardin (A buen paso, 2016) Isidro Ferrerrealizza le illustrazioni peril testo della poetessa cilena María José Ferrada Lefendi: la storia parla di un uomo che sogna un giardino, e si trasforma nelle creature che immagina. Le illustrazioni danno vita a uno spazio sospeso, popolato da strani animali che interagiscono con gli elementi geometrici posizionati nella pagina.
Il libro è un leporello: proseguendo con la lettura il volume si apre fino a diventare un grande panorama in cui perdersi.
Per quanto riguarda la tecnica, l’illustratore predilige tecniche manuali, facendo interagire il disegno, grazie all’uso del collage, a elementi materici come il legno, che donano alle sue opere una sensazione di tridimensionalità: non a caso realizza anche sculture in legno dei suoi personaggi.
L’utilizzo della sovrapposizione di strati e le forme che non sono mai colorate in maniera regolare ci fanno pensare alle tecniche di stampa manuale.
Foto 3.
Il mondo che Isidro Ferrer costruisce è un mondo in cui perdersi con leggerezza, per ricordarsi che se la realtà non ci piace, possiamo stravolgerla, accartocciarla, disegnarla, trasferirla su un pezzo di legno e appenderla al contrario.
Immagini dal sito: www.isidroferrer.com