Gli stereotipi di genere sono, purtroppo, tutt’oggi presenti con forza e vigore all’interno della società italiana. A causa di questi pregiudizi, di queste gabbie sociali spesso ci si ritrova a considerare alcune attività, professioni e passioni naturalmente adatti a un determinato sesso biologico, e poco confacenti al sesso opposto. È questo il caso delle arti tessili, culturalmente reputate specificatamente femminili. Paolo Dalle Piane, boss dei Magliuomini e knitting Designer, ha dimostrato che ciò non è assolutamente vero. Nella seguente intervista Paolo racconta se stesso, la sua esperienza e la realtà dei Magliuomini, scardinando le comuni convinzioni sessiste e mostrandoci una realtà fatta di parità e uguaglianza.
Ciao Paolo, prima di parlare di te, dacci qualche informazione sui Magliuomini: chi sono e di cosa si occupano?
L’idea dei Magliuomini è nata creando un gruppo su facebook nel 2012, che avesse lo scopo di promuovere e condividere tra gli uomini la passione per la maglia e per tutte le arti tessili. L’iniziativa è stata mia e di Caterina Alinari, intenzionati inizialmente a scoprire se esistessero altri uomini, come me, che facevano la maglia o si occupavano di arti tessili in generale. Oggi siamo ormai più di 6000 e, dal 2015, siamo diventati un’associazione che organizza eventi, workshop, corsi di formazione e tanto altro ancora.
Come nasce la tua passione per la maglia?
Mia nonna era una grande appassionata della maglia e di tutte le arti tessili, a lei piaceva fare l’uncinetto, la maglia, ricamare. Un giorno, quand’ero ancora molto piccolo, le chiesi: “Nonna mi insegni a fare la maglia?”, lei accettò e così iniziai a lavorare ai ferri.
Qual è stata la reazione della tua famiglia, dei parenti e degli/delle amici/amiche quando hanno scoperto che coltivavi questa passione?
All’inizio c’è stata perplessità. Io ho 46 anni e la mia esperienza va messa in relazione anche all’epoca in cui sono cresciuto. Tanti anni fa, quanto ho fatto presente che mi piaceva fare la maglia, era strano o, per lo meno, insolito che a un maschio piacesse praticare quest’attività.
I primi tempi lavoravo in garage perché dedicarsi ai ferri e alla maglia non era una cosa che i maschi facevano solitamente, quindi coltivavo la mia passione di nascosto.
Fortunatamente però ho avuto il conforto di mia nonna, che mi ha sempre detto “se ti piace lavorare a maglia, allora fallo.”, insomma mi ha incoraggiato. Successivamente anche mia madre mi ha sostenuto, vedendo che i lavori che realizzavo erano ben fatti.
In relazione alla tua esperienza, ci puoi dire se, oggi, lo stereotipo che vuole l’uomo lontano dai ferri è stato finalmente scardinato?
Purtroppo no, è un no secco. Ci sono però uomini che fanno attività diverse, e spero che diventino sempre più aperti fino a dire magari “anche a me piace fare la maglia”. Di certo oggi questo stereotipo non è stato scardinato, anche se ho diversi amici che, seppur sporadicamente, hanno fatto la maglia.
Per quanto riguarda, poi, le arti tessili è necessario dire che, nella seconda metà del XX secolo, questo settore è andato un po’ a morire perché, anche per le donne, dedicarsi a una simile attività era una cosa da nonna. Successivamente la pratica della maglia è poi tornata in voga, e ancora oggi è bene conservarla perché fa parte della nostra storia, così come avviene in tanti altri Paesi, dove queste arti vengono tramandate anche dagli uomini.
Può succedere di essere additati come omosessuali nel momento in cui si decide di praticare un’attività o un lavoro considerati culturalmente tipici del sesso opposto. Secondo te perché succede ancora tutto questo?
Non lo saprei ben dire però, nel mondo delle arti tessili, questo può verificarsi perché si pensa che, ad esempio, fare la maglia significhi essere meno virili, ammesso che poi essere omosessuali voglia dire essere più o meno virili. Non so con quale percentuale siano presenti omosessuali nel nostro gruppo, non faccio il censimento, però ti posso dire che c’è una presenza molto variegata di persone. Ci sono, ad esempio, uomini che hanno mogli e figli e che fanno la maglia, così come ci sono persone più anziane, sempre di sesso maschile, che hanno riscoperto il piacere di fare la maglia anche per beneficenza.
Quindi possiamo dire che prima di qualsiasi orientamento sessuale, prima ancora di essere uomini o donne, siamo persone e in quanto tali possiamo condividere le stesse passioni, gli stessi gusti e le stesse professioni?
Si, infatti l’intenzione del gruppo, ci tengo a dirlo, è stata non solo quella di cercare altri uomini, ma anche quella di aprirci alle donne.
A tal proposito, nella descrizione del gruppo facebook Magliuomini Paolo Dalle Piane sotiene: “Ho aperto questo gruppo per poter conoscere altri uomini che, come me, amino la maglia, a mano e a macchina, e le altri arti tessili (uncinetto, tombolo, ricamo, forcella, etc…e chi più ne ha più ne metta!). In tutto il web italiano non sono riuscito a trovarne molti altri e sarebbe piacevole scoprire di non essere solo in un mondo di predilezione femminile. Il mondo degli knitters e dei crocheter all’estero è molto più consistente del nostro e vorrei che anche noi potessimo farci sentire! Intendiamoci, il gruppo è aperto a tutti, uomini e donne. Non intendo farne una specie di catacomba dove ci ritroviamo come dei carbonari! Nessun pregiudizio è la regola principe di questo gruppo!”
(Dalla rubrica DEGENERIAMO)