Marcelle Ferron: l’artista controcorrente di Louisville

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Prosegue il viaggio nel municipio di Louisville, dove la maggior parte delle strade intitolate a donne indica nomi di battesimo con una sola eccezione: la dedica a Marcelle Ferron, un’artista che ha portato lustro al municipio e al Paese.

Marcelle nasce proprio a Louisville, nel 1924. Dimostra subito un carattere deciso e volitivo che le farà lasciare gli studi alla Scuola di Belle Arti per seguire una sua personale ricerca artistica, culminata nell’adesione alla corrente rivoluzionaria degli Automatisti, un movimento creato nel 1942 a Montréal da Paul-Émile Borduas, ispirato ai surrealisti francesi. Marcelle sarà la più giovane firmataria del manifesto “Refus Global” (1948), una dichiarazione che rifiutava le regole e i valori dell’arte tradizionale del Québec e anche della religione. Inevitabilmente questa presa di posizione susciterà molto scandalo ma sarà fondamentale per la crescita culturale del Quebéc: inaugura una nuova era nell’arte moderna, imprimendo una modernizzazione artistica di cui Marcelle sarà sempre una grande protagonista. Con il movimento rivoluzionario, nel 1951, Marcelle espone le sue opere a Parigi.
Due anni più tardi tornerà nella capitale francese per dedicarsi al disegno e alla realizzazione di vetrate artistiche, riconosciute da tutti un’espressione del suo grande talento. Il tratto distintivo delle sue opere – quadri, vetrate e sculture – è caratterizzato da una grande luminosità cromatica. Esporrà le sue opere al Louvre nel 1960 e al Museo Nazionale d’Arte Moderna di Parigi, nel 1962 e 1965. Esporrà poi nel resto d’Europa a Bruxelles, Monaco, Milano, Zurigo, Roma, Torino ma anche a San Paolo e a Città del Messico.

Espulsa dalla Francia per le sue azioni politiche, nel 1966 decide di tornare in Québec dove insegnerà per vent’anni all’Università Laval, tra i più antichi e prestigiosi atenei canadesi.

Dal suo rientro in Canada, la sua arte riflette l’impegno sociale in favore di lotte sindacali e indipendentiste e il suo talento viene messo a servizio della collettività. Una sua vetrata artistica tra le più note è visibile nella metro Champ-de-Mars (in copertina): è la prima vetrata a soggetto astratto mai installata in un metrò canadese. Nello stesso anno (1968), in ricordo dei sei milioni di vittime ebree dell’Olocausto, realizza per il Congresso ebraico un’altra vetrata, ancor oggi visibile nella hall dell’Università Concordia. Segue una committenza religiosa per la Chiesa del Sacro Cuore (1969) e per il Palazzo dell’Organizzazione dell’Aviazione civile internazionale (1975).

Foto 1

Negli anni contribuirà al decoro degli spazi pubblici del Quebéc con una vetrata per il Palazzo di Giustizia di Granby (1979), per il metro di Place Vendôme (1981 – foto 1)e per l’Ospedale di Santa Giustina (1994). È presente con la sua arte anche al centro direzionale Palace du Patronage, che ospita la sede del Governo federale, dell’Ufficio della proprietà intellettuale e il Centro per le operazioni emergenziali. Commemora inoltre il massacro del Politecnico del 1989 in una vetrata per la Biblioteca dell’Università Bishop’s, un’università di lingue tra le più piccole ma antiche del Quebéc.

Il Museo d’Arte Contemporanea di Monréal le dedica, a inizio del millennio, una retrospettiva delle sue maggiori opere. Muore nel 2001 a Monréal e viene sepolta al cimitero di Mont-Royal (foto 2).

Foto 2

Nel 1983 per i suoi meriti artistici aveva ottenuto il premio Paul-Émile Borduas, prima artista a riceverlo, nel 1985 era stata proclamata Cavaliere dell’Ordine Nazionale del Quebéc e nel 2000 Grande Ufficiale dell’Ordine.

L’università di Monréal ha creato una borsa di studio in suo onore nella Facoltà di Storia dell’Arte e nel 2017 le è stata intitolata la strada nel municipio dove nacque, Louisville appunto. Diverse strade canadesi portano oggi il suo nome.

Foto 3. Intitolazioni odonomastiche a Marcelle Ferron

 

 

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Dottoressa in Scienze Politiche con una tesi di laurea in "Storia delle donne" nel 2005 alla Terza Università di Roma Tre, si è perfezionata presso il Centro Nazionale delle Ricerche, CNR, con un Corso di Alta Formazione sulla “Cooperazione internazionale, diritti umani e condizione femminile ”. Negli anni successivi ha fatto ricerca in Enti e Istituti di Ricerca privati. Collabora con riviste e periodici di settore sulle tematiche di genere.