Bloomsbury e la casa di Mary Prince, eroina dell’abolizionismo

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Di Carlotta Moro

Alla scoperta della straordinaria vita di Mary Prince, abolizionista e scrittrice, prima donna nera a pubblicare un’autobiografia e prima donna a presentare una petizione al Parlamento inglese.

1. Bloomsbury Square

Siamo a Bloomsbury, il quartiere universitario nel centro di Londra, nel quale si trovano il British Museum e la University of London. Bloomsbury ha sempre attratto pensatori, intellettuali e rivoluzionari. Qui hanno vissuto o studiato persone che hanno cambiato la storia, tra cui John Maynard Keynes, Lenin, Gandhi, oltre naturalmente ai componenti del celebre “Bloomsbury Group” (fondato dalle sorelle Virginia Woolf e Vanessa Bell). 

2. La casa di Virginia Woolf. Foto di Livia Capasso

Le loro vite vengono ricordate attraverso numerose “Blue Plaques” e “Bronze Plaques”, targhe commemorative incastonate nelle facciate degli edifici in cui personaggi degni di nota hanno vissuto.

Sulla facciata della Senate House Library, imponente e importantissima biblioteca nel cuore di Bloomsbury, si può osservare una di queste “Bronze Plaques” dedicata a Mary Prince. La vita di Mary Prince è talmente avventurosa e piena di peripezie straordinarie e terribili da risultare quasi incredibile e, infatti, la reazione del pubblico britannico in seguito alla pubblicazione della sua autobiografia fu caratterizzata da sgomento e incredulità.

Mary Prince, originaria delle Bermuda, nacque nel 1788 da una famiglia di schiavi. All’età di dodici anni Mary venne venduta come schiava e separata dalla sua famiglia per sempre. La stessa Mary Prince, nella propria autobiografia, ricorda questa tragica scena: un gruppo di uomini minacciosi la circondava, la scrutava ed esaminava ‘come macellai che intendono comprare un agnello o un vitello’. Da allora, Mary Prince è passata di mano in mano di proprietari crudeli e violenti, ‘da un macellaio all’altro’, come scrive lei. Mary, il cui corpo lentamente si ricopriva di cicatrici, lavorava ogni giorno, sotto la pioggia torrenziale ed il sole più cocente; è stata molestata, picchiata, frustata, e, quando i reumatismi le impedirono di lavorare, fu rinchiusa in una latrina e lasciata lì agonizzante. 

Nel 1826 Mary si è ribellata, sposando uno schiavo liberato, Daniel James, e per questo venne massacrata di botte dal proprio padrone. Nel 1828 Mary fu costretta ad abbandonare il marito per seguire la famiglia dei suoi proprietari a Londra. Qui riuscì a scappare e trovò rifugio presso la Anti Slavery Society, aiutata da Thomas Pringle, al quale raccontò la storia della propria vita e delle torture subite. Susanna Strickland mise per iscritto i ricordi di Mary Prince, aiutandola a pubblicare il proprio libro di memorie nel 1831. L’autobiografia, intitolata The History of Mary Prince: A West Indian Slave, fu la prima autobiografia di una scrittrice nera e venne ristampata in tre edizioni, suscitando grande scalpore e contribuendo enormemente alla campagna volta all’abolizionismo della schiavitù. 

A Londra Mary Prince scoprì però che, se avesse voluto riunirsi all’amato marito che viveva ad Antigua, avrebbe dovuto farlo nel ruolo di schiava e per questo lanciò una campagna per essere liberata, presentando in Parlamento la prima mozione contro la schiavitù stilata da una donna. Purtroppo la sua petizione non ebbe successo e non sappiamo molto altro del resto della sua straordinaria vita.

Sarah Salih, l’editrice di un libro sulla storia di Mary Prince, ci ricorda che Mary non è stata una vittima passiva, come la sua History invece potrebbe suggerire. Infatti, Mary Prince si è ribellata più e più volte, sposandosi senza il permesso del suo proprietario e difendendosi sia verbalmente che fisicamente contro le ingiustizie subite. Come dice Salih: “Invece di accettare passivamente ogni punizione e tortura, Mary Prince ha protestato contro il trattamento subito a ogni occasione. La sua History non è altro che il cumine della sua protesta.”

3. Senate House Library a Bloomsbury. Foto di Mark Nesbitt.

Nel 2007 una Plaque (in copertina) in suo onore venne affissa sulla facciata della Senate House Library, eretta proprio sul sito nel quale Mary Prince ha vissuto nel 1829. Nel 2012 Mary Prince è diventata National Hero delle Bermuda.

Troppo spesso le persone, ma soprattutto le donne, nere sono vittime di razzismo e discriminazione, troppo spesso le loro storie e le loro voci vengono soppresse e cancellate. Oggi più che mai è fondamentale ricordare il messaggio di coraggio, forza e speranza di Mary Prince.