Quando la Rivoluzione industriale è già andata pienamente a regime, è ora che anche la Chiesa cattolica prenda posizione. E non può non farlo, trattandosi della potenza più influente del mondo sul piano culturale, soprattutto in Europa (ma in realtà anche in America). Nel nuovo contesto sociale è palese l’ingiustizia dello sfruttamento, e nessuno può più far vinta di non vedere.
In un primo momento la Chiesa era stata ostile alla modernizzazione della società europea e alla conflittualità sociale che ne derivava, vedendo in pericolo la propria supremazia morale a causa di subbugli e novità difficilmente controllabili. Ma, volendo o non volendo la realtà è destinata a evolversi, e a lungo andare la Chiesa non può fare altro che accettarlo, rischiando altrimenti di essere tagliata fuori dalla società stessa.
Nel 1891, quando l’Europa è già pienamente industrializzata e non è possibile tornare indietro, Papa Leone XIII (in copertina) pubblica l’enciclica intitolata Rerum Novarum (Delle cose nuove), titolo tanto significativo quanto ambiguo. Il Pontefice accetta i cambiamenti ma cerca di limitarne gli eccessi.
Foto 1. L’enciclica Rerum Novarum
Nel testo si condannano sia lo sfruttamento che la lotta di classe.
La Chiesa è contraria al Socialismo e riconosce il diritto alla proprietà privata ma di ognuno e non solo di pochi, al tempo stesso però condanna lo sfruttamento e non si identifica con le classi padronali e conservatrici, sostenendo la necessità di una collaborazione tra capitalisti e classi lavoratrici: è compito dello Stato prendersi cura del benessere degli operai, mancando di adempiere a tale compito si offende la giustizia sociale e la dignità umana.
Scendendo nel concreto, a partire da questo momento nasce il movimento cristiano-sociale e sorgono numerose associazioni cattoliche di propaganda antisocialista ma al tempo stesso di aiuti agli operai e alle persone indigenti: così i cattolici mettono in atto una propaganda controrivoluzionaria più efficace di leggi speciali e polizia ma realizzano anche un sistema di tutela sociale più efficace di quello statale praticamente inesistente.
Foto 2. Schema di date