I fiori di Giulia

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Giulia Conoscenti, classe 91, illustratrice e animatrice, è nata e ha studiato disegno industriale a Palermo; a 21 anni lascia la Sicilia per frequentare Illustrazione presso l’ISIA di Urbino, dove si laurea nel 2017. Nello stesso anno vince il Premio Ronzinante, un contest annuale di illustrazione che incoraggia giovani illustratori e illustratrici a misurarsi con il tema della disabilità: Giulia realizza due tavole collegando l’autismo ai viaggi straordinari di Verne. Le sue illustrazioni, sempre ricche e particolareggiate, si collocano in un luogo sospeso tra il sogno e l’immaginazione, dove le figure si mescolano al paesaggio e il limite tra esterno e interno non è mai netto, ma lascia sempre una sensazione di incertezza e mistero che destabilizza chiunque l’osservi. Sono opere sono fortemente materiche, frutto di una sperimentazione continua e di una mescolanza di tecniche, dalle chine ai pennarelli, passando per gli acrilici. Il suo tratto è gestuale e la ricchezza di particolari rende le tavole fortemente narrative; non a caso uno dei mezzi narrativi che predilige è l’animazione.

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Per la sua tesi specialistica Giulia si è infatti misurata con un corto animato di cinque minuti dal titolo Fiori di tarassaco, realizzato con la tecnica del rotoscopio, con un totale di 4000 frames. Il corto non presenta parole, la struttura narrativa ruota intorno alla protagonista che sta affrontando un viaggio: seguono immagini che appaiono come sogni o visioni; abbiamo l’impressione di entrare nella sua testa e di frugare nei suoi pensieri. Quello che stiamo guardando è un’allucinazione, o forse è un sogno dove si mescolano pensieri, sensazioni, paure, momenti di insicurezza e vuoto, di affetto e di amore, tutti raccontati con una forte delicatezza. Giulia ragiona per metafore visive: la guerra, le migrazioni, i confini e le frontiere, lo specchio e la formazione dell’identità sono alcuni dei temi con cui si è confrontata, attraverso un approfondito studio, al quale ha seguito la traduzione dei concetti in immagini.

Lo stesso fiore di tarassaco è un’allegoria della migrazione; così come i semi del fiore si lasciano trasportare dal vento per raggiungere nuovi campi dove germogliare, i migranti lasciano la loro terra per cercare una nuova casa che li possa accogliere.

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Ho intervistato Giulia Conoscenti per scoprire qualcosa di più su di lei e sul suo lavoro.

La protagonista del tuo corto d’animazione Fiori di tarassaco è una ragazza con pochi tratti distintivi, difficile da associare a una determinata cultura: quanto c’è di te in lei?

Inconsciamente parecchio! Sono palermitana e ho sempre vissuto circondata dal mare e dal sole, dal calore di persone che come dice Pirandello sono “nate isola nell’isola”. Ho un forte attaccamento alla mia terra, alla sua cultura, ai suoi colori, così tanto che li sento nelle ossa, nel carattere! 

Mi sono resa conto di tutto questo quando mi sono trasferita a Urbino per studiare illustrazione all’ISIA. Un luogo totalmente altro, sconosciuto, con cui non sono mai entrata in sintonia. Un posto che era tutto tranne “isola”, tutto tranne me. So che può sembrare assurdo ma quello che ho provato era smarrimento, insicurezza, perdita. Così ho iniziato a riflettere su tutte quelle persone che emigrano, abbandonando la propria terra, casa e famiglia, costrette e non per scelta, e che diversamente da me hanno grandi difficoltà a ritornare indietro.

All’improvviso il/la migrante si ritrova completamente solo/a in un Paese straniero e comprende che può salvarsi solo con immensi sacrifici per stabilire gradualmente nuove relazioni, imparare altri codici di socialità, reinventare se stesso/a, perché di questo si tratta, di ritrovarsi e ricostruirsi.

Ho deciso di trattare il tema della migrazione e della perdita di identità, perché in parte è un problema che capisco: oggi più di prima i giovani sono migranti, molti di loro non hanno una sede fissa e vivono in un luogo che sentono estraneo.

In Fiori di tarassaco parli di lunghi viaggi, paura, ricerca di identità, lasciare le proprie radici per cercarne di nuove. Quanto è importante per un/una giovane artista mettersi in discussione?

Credo che confrontarsi con se stessi sia, a livello umano, fondamentale per crescere e per un’illustratrice indispensabile per progredire artisticamente. Non so se questo concetto sia per forza legato ad abbandonare la propria casa o mutare la propria identità, in favore della ricerca di qualcos’altro; penso dipenda dalla storia personale di ognuna di noi, dal nostro vissuto. Io ho un forte legame con la mia terra ed è per me importantissimo tornare, ogni volta che posso, per viverla e sentirla.

Qual è una storia che ti piacerebbe raccontare?

Una storia che proprio non vedo l’ora di illustrare ce l’ho! Aspetto solo il momento giusto. Da piccola mi hanno raccontato della colonia di Roanoke e del mistero dei coloni perduti, un centinaio di persone, tra cui anche donne e bambini, che alla fine del 1500 sono scomparse praticamente nel nulla. Non sono mai state trovate loro tracce, è come se fossero evaporate! Ci penso spesso, devo farci un libro, anche solo per togliermela dalla testa.

Poi in realtà, avrei voglia di raccontare mille cose: vicende sulla mia città, su persone che ho conosciuto per caso, su quella casa tutta storta che magari sarà abitata dall’uomo più dritto del mondo. Veramente mi basta anche poco: un dettaglio, incrociare gli occhi liquidi di un essere sconosciuto, un cane legato fuori dal supermercato, insomma qualcosa che mi colpisca e mi faccia immaginare una storia fantastica come quando ero piccola!

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Immagini dal sito: http://giuliaconoscenti.tumblr.com