Gli ulivi salentini vanno tagliati e presto toccherà a quelli più a Nord della regione Puglia. Sebbene non esista certezza che siano infetti da Xylella, anzi sebbene l’infezione sia stata riscontrata sull’1,78% delle piante campionate (e, per esempio, solo su due dei cinque alberi analizzati sui sette tagliati a Oria ad aprile). È comunque “calamità naturale”, come da decreto a firma del ministro Maurizio Martina, che stanzia undici milioni “per gli indennizzi agli agricoltori”. Ministro che batte cassa con l’Ue: “All’Europa chiediamo un supporto ulteriore sulla ricerca e, soprattutto, altre risorse per gli indennizzi”.
Emiliano sul ‘Complesso del disseccamento degli ulivi’ fa sapere che “daremo seguito ai provvedimenti, non possiamo più perdere tempo”. Ha visitato alcuni uliveti nei quali la malattia “ha fatto progressi impressionanti, visibili a occhio nudo” e quindi lancia un appello “a sindaci, associazioni, ambientalisti, affinché non si perda altro tempo, perché trascurare la strada più evidente per quelle meno evidenti sarebbe errore catastrofico”.
Per ora sul piatto ci sono gli 11 milioni messi in campo con la dichiarazione dello stato di calamità, per la prima volta in Italia associato a una fitopatia sanitaria. Nei prossimi 45 giorni le aziende interessate potranno presentare le domande alla Regione, che presto sarà chiamata dal commissario Silletti anche a valutare il nuovo piano delle eradicazioni.
Negli ultimi tre anni sono stati espiantati 100mila ulivi. Si è dato il via alla guerra tra cosche, come sotterraneamente sta accadendo, e come possiamo intuire, guardando alle decine di migliaia di ulivi secolari bruciati, tagliati e sradicati da quando c’è la Xylella.
E’ dunque necessario che urgentemente la Regione Puglia impugni l’ultima Decisione di esecuzione della Ue (del 18 maggio scorso), che decreta la morte della foresta d’ulivi secolari di Puglia e dei suoi abitanti, in quanto ribadisce l’obbligatorietà dell’uso di pesticidi.
La svolta per l’affaire Xylella c’è stata con la visita in Salento del Commissario Ue per la Salute, Vytenis Andriukaitis: “Quello che ho visto mi preoccupa – ha detto –. È una situazione che può espandersi, contagiare altre varietà. Abbiamo perso molto tempo e ogni giorno si mettono gli ulivi a rischio. Bisogna abbattere quelli ammalati per salvare gli altri. Un messaggio deve essere chiaro, bisogna agire tutti insieme”.
C’è poi l’altro piano, quello ‘strategico’. Facile facile da intuire. Il Commissario sta a quanto gli ha raccontato il governo nostrano (malgrado quell’1,78%) e alla direttiva Ue, il ministro Martina teme di fare passi indietro proprio rispetto a quella direttiva (di fatto provocata dalla sua relazione a Bruxelles) ed Emiliano che prova a mollare qualcosa sperando di salvare la barca pugliese.
Ma le associazioni sono intanto furiose. “Ho appena fatto in tempo a chiedere al Commissario se l’avessero portato a vedere le sperimentazioni e gli alberi guariti – racconta Antonia Battaglia di Peacelink, ong accreditata presso la Commissione Ue –. E a chiedere al ministro Martina dove fosse la calamità naturale. Sono stata fermata dopo un minuto. Il ministro ha alzato la voce e mi ha detto che vale la sua autorità”. Rincara Luigi Russo, presidente del Centro servizi per il volontariato del Salento: “Emiliano deve andare a Bruxelles e perorare la causa della nostra terra, visto che il governo sembra aver deciso di procedere con le eradicazione senza se e senza ma”, cioè “una strategia per movimentare soldi, arricchire pochi, impoverire molti e soprattutto per inventare un nuovo paesaggio”.
E’ quanto sta accadendo tra il territorio di Bitonto e Modugno, al confine con la lama Balice dove si trova un’area molto interessante dal punto di vista storico-archeologico, si tratta della contrada modugnese denominata Misciano o Musciano. Essa prende il nome da una depressione alluvionale nota come lama di Misciano che si trova nel punto di confluenza con la lama di Macina (il tratto della lama del Tiflis che sfiora a Sud il centro abitato di Bitonto) e subito prima dell’inizio della lama Balice. È un territorio posto a circa 5 km a Nord-ovest di Modugno, delimitato a Nord dalla lama Balice, ad Est dalla S.P. Modugno-Palese, a Sud dal percorso dell’autostrada A14 e ad Ovest dal confine con il territorio di Bitonto.
L’area di Misciano fa parte della zona industriale di Bari nel Comune di Modugno e una parte di questa contrada è sottoposta a vincolo archeologico. La contrada è caratterizzata dalla presenza di tracce del mondo rurale con palmenti, trappeti, torri, ma anche resti di strade e di centuriazione romana (cosiddetti Termini), edicole confinarie del XVI secolo (cippo di S. Andrea), ipogei, resti archeologici di epoca altomedievale. Ma il valore storico non la esonera da quanto sta accadendo altrove. I piccoli poderi sono presi d’assalto da bande. Nell’aprile 2013 un piccolo proprietario terriero ha trovato tagliati 30 alberi di ulivi, alcuni secolari. Qualche giorno fa ha trovato l’uliveto bruciato. Come è possibile vedere dalle fotografie inserite in questo articolo. Da tre anni, da quando è esploso l’affaire Xylella, è minacciato e subisce atti vandalici dei quali la Guardia campestre non si degna nemmeno di informarlo. Ogni volta gli tocca apprendere dolosamente da sè la notizia e far fronte anche al peso psicologico che gli deriva dal non sentirsi tutelato e protetto dalle istituzioni.
Il piccolo uliveto arato e sempre ripulito dall’erba alta è stato preso di mira da chi evidentemente ha interessi a espandere il proprio latifondo e a intensificare un altro tipo di coltivazione, questo è confermato dal fatto che uno dei terreni confinanti, abbandonato a se stesso, non coltivato e pieno di sterpaglie (nelle foto in basso), resti sempre illeso da motoseghe.
Dal nostro sopralluogo è emerso che l’attuale stato dell’agricoltura pugliese è determinato dall’assenza di controlli sul terreno di grandi e piccoli proprietari e di un corpo investigativo che intervenga dopo la denuncia alle Autorità.