Il Cairo – Hud Shaʿrāwīi ash-Shaʿrāwīi, femminista egiziana

Le pioniere del femminismo sono celeberrime nel mondo arabo. La passione per il racconto delle loro vite eccezionali, ha prodotto un genere letterario, che si chiama da nisā’, in arabo donne, le nisā’iyyat. Inversamente alla popolarità queste figure chiave nella storia dei diritti umani del mondo arabo, sono molto poco note in Occidente.

Una delle più belle e vivaci pagine della sociologa marocchina Fatema Mernissi nella sua autobiografia, celebra nel capitolo “Femministe egiziane in terrazza”, la più conosciuta e famosa tra loro, che condusse con successo al riconoscimento di diritti fondamentali per le donne egiziane e arabe, musulmane e non: Hudā ash-Shaʿrāwīi.

Nata a Minya nel 1879, Hudā visse in una famiglia fautrice del costituzionalismo egiziano. All’età di tredici anni dovette sposare il suo cugino e tutore. Dopo le nozze tornò a vivere nella casa materna e qui rimase sette anni durante i quali acquisì una doppia educazione, francese e araba. Consapevole della propria ampia formazione si impegnò nella lotta contro l’occupazione britannica, fino a organizzare la storica marcia delle donne, nel 1919, per le strade del Cairo, per protestare contro l’arresto e l’esilio dei quattro capi principali della resistenza egiziana. Questa marcia divenne la pietra miliare di una lunga successione di gesti politici clamorosi.

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Invitata a Roma nel 1923 dall’Alleanza Internazionale per il Suffragio Femminile, Hudā partecipò con due sue collaboratrici. Al loro ritorno al Cairo, scendendo dal treno, le tre donne si tolsero il velo imitate da tutte le presenti che erano andate ad accoglierle. Shaʿrāwīi  fondò l’Unione Femminista Egiziana (UFE), per protesta contro il nuovo stato egiziano, diventato indipendente nel 1922, e che subito aveva dimenticato, sebbene se ne fosse giovato per avere ragione del colonialismo britannico, le istanze delle donne. UFE fu il fulcro delle attività femministe egiziane che con successo si batté per il diritto di voto. Altri traguardi nel 1924 furono le leggi per l’affido dei figli alla madre in caso di divorzio, e l’innalzamento dell’età legale a sedici anni per il matrimonio e l’istruzione obbligatoria per le ragazze. Si impegnò per un dialogo costruttivo e di pace fra Oriente e Occidente e fu rappresentante dei paesi arabi e africani nelle conferenze dell’Alleanza Internazionale di cui fu vicepresidente per il resto della sua vita.

Una via la ricorda al Cairo, dove morì nel 1947, nella capitale egiziana, dove con tanto fervore condusse le donne a rivendicare nello spazio pubblico, le strade della città, i loro diritti.