ITALIA – L’arte del parlare: Beacon Waves trova il logo con le studentesse del Venturi

MODENA – Al Liceo Artistico Venturi il compito di ideare il logo per il progetto “Beacon Waves” della docente Angela Alessandra Milella approvato il 5 ottobre. Alle studentesse è stata consegnata una specifica richiesta: il marchio deve contenere l’immagine della Ghirlandina stilizzata in giallo e in blu (i colori della città di Modena), in modo da sembrare un’antenna radiofonica, e il brand Beacon Waves.

Gli obbiettivi sono due: fare rete con Licei musicali, Conservatori, associazioni e fondazioni del settore radiofonico e cinematografico (o di altri settori afferenti alle aree tematiche da inserire nel palinsesto), con radio libere, gruppi radiofonici; partecipare al concorso nazionale “Sulle vie della parità” indetto dalle associazioni Toponomastica femminile e FRISM.

Gli studenti del Liceo Venturi sono stati seguiti nella realizzazione dei loghi, ora nelle mani della Giuria, dalla professoressa di Grafica, Antonella Battilani, a cui, i ragazzi della 3AAFM dell’Ites Barozzi, con curiosità, sono riusciti a porgere molte domande.

D – Perché ha aderito al progetto “Beacon waves”? Cosa ne pensa?

Il Venturi partecipa da molti anni a progetti rivolti al territorio e a progetti che coinvolgono più scuole. Penso che l’idea di realizzare una radio attivi negli studenti competenze diverse e qualificate da considerarsi all’interno di quelle ‘soft skills’ oggi sempre più richieste in vari ambiti.

D – Quante e quali classi ha coinvolto? All’interno di quale disciplina?

Ho coinvolto le classi 4E e 5E del Liceo Artistico, corso di Grafica, all’interno di Discipline Grafiche.

D – Chi ha partecipato e perché?

Ho proposto il lavoro agli studenti delle due classi con l’obiettivo di consolidare le loro competenze nell’ambito grafico-comunicativo, come la capacità di sintesi e la capacità di interpretare il tema in modo creativo e personale. Il brief che il Barozzi ci ha consegnato esprimeva richieste precise, come l’uso della Ghirlandina, dell’antenna radio e dei colori rappresentativi di Modena: questi vincoli erano da gestire in modo creativo per non scadere nello stereotipo. La sfida è stata lanciata a tutti gli studenti delle due classi, ma solo alcuni sono riusciti a consegnare per tempo.

D – Erano motivati? Quale interesse ha trovato in loro?

Come detto prima il brief ha un po’ irrigidito la creatività, in quanto la scelta degli elementi visivi è stata predeterminata dalla ‘committenza’, senza la possibilità di cercare altri simboli che potessero interpretare la radio e l’identità locale. La sfida era quindi quella di gestire la simbologia data, facendo particolare attenzione alla chiarezza, alla leggibilità e alla creatività. Chi è riuscito a ideare una proposta ha saputo bilanciare la rigidità della richiesta con una propria personale interpretazione e ricercando un buon impatto visivo. Gli studenti in genere partecipano volentieri a quei progetti che sono rivolti all’esterno della scuola e attraverso i quali possono lasciare un proprio ‘segno’.

D – Quali sono invece le Sue passioni? Di cosa si occupa? Svolge altri lavori oltre all’insegnamento?

All’insegnamento della Grafica ho sempre anche realizzato progetti grafici e illustrazioni, prevalentemente per istituzioni pubbliche; ho inoltre realizzato molti libri per bambini. Penso sia utile, nell’insegnamento di discipline sempre in ‘movimento’ come la Grafica, portare esperienze vere e provarsi sul campo. Uno dei libri a cui sono più affezionata è quello dedicato al terremoto, “Cosa c’è sotto?”, edito da Artestampa per il quale ho scritto anche i testi. L’ho realizzato in pochi giorni dopo il terremoto del 2012 con ha l’obiettivo di far affrontare ai bambini (ma anche agli adulti) la paura del terremoto. Purtroppo è sempre attuale!

D – Le piace ascoltare la radio? Cosa pensa di questo mezzo di comunicazione? Ritiene che ci siano possibilità di lavoro per i giovani in questo settore?

Da anni ascolto Radio3, un contenitore culturale molto interessante e stimolante. La radio mi piace molto, ti fa entrare in mondi diversi attraverso il suono, la voce e l’immaginazione. Credo che in questo assomigli un po’ ai libri: con strumenti diversi, ma affini, sia la lettura sia la radio ci aprono mondi infiniti. Spero proprio che ci siano possibilità di lavoro in questo settore, con il web c’è una grande espansione di nuovi mestieri, per menti aperte e giovani.

D – Quale messaggio vuole trasmettere ai giovani?

La domanda mi spaventa un po’. Il messaggio a scuola siamo noi stessi, quello che portiamo, quello per cui ci appassioniamo. Trasmettere la passione per il proprio mestiere forse è la cosa più importante.

D – Perché ha ritenuto una buona idea unire l’arte alla radio?

L’arte è comunicazione ed espressione, quindi in realtà l’arte e la radio sono campi già connessi.

D – Cosa si aspetta dalla nostra web radio? Quali temi le piacerebbe che approfondisse? Quale trasmissione gradirebbe ascoltare?

Mi aspetto di sentire voci fresche e ‘fuori dal coro’, ricche di capacità critiche e di indipendenza di pensiero, che di questi tempi ne abbiamo bisogno. Mi aspetto di sentir vibrare lo spirito dell’avventura della radio, che da sempre è stata vissuta come espressione di libertà e di innovazione.

Come detto, il mio modello di radio è Radio3, quindi posso augurare ai ragazzi di saper approfondire i temi a loro cari con la stessa profondità e competenza che è una caratteristica di Radio3.

D – Cosa pensa delle nuove tecnologie? Usa spesso Internet?

Uso Internet quotidianamente e vivo costantemente a contatto con le nuove tecnologie per necessità professionali e perché amo confrontarmi con il ‘nuovo’. Occorre però non diventarne schiavi, basta camminare per strada oggi e vedere tutti chini sul proprio smartphone, uno spettacolo no sempre edificante. C’è una bella serie tv, “Black Mirror” che porta a livelli estremi l’uso delle tecnologie e disegna un futuro distopico allarmante. Quindi, attenzione!

D – Com’è nata la Sua passione per l’arte? Cosa è per Lei l’arte? Perché è importante? Perché le piace?

Ho sempre disegnato, fin da bambina, perciò in qualche modo ho avuto il destino segnato. L’arte è inutile e noi abbiamo bisogno di cose inutili che diano senso alla nostra vita.

D – Qual è il movimento artistico che preferisce?

Una domanda impossibile! Tutti i movimenti artistici hanno senso se considerati all’interno della loro epoca. Preferisco allora parlarvi di un’arte che è stata a torto considerata ‘minore’, l’illustrazione. Oggi fortunatamente c’è uno sviluppo fortissimo anche nel nostro paese della graphic novel, una sorta di romanzo disegnato e credo che qui si trovino le cose migliori dal punto di vista della ricerca artistica, e di quel linguaggio che unisce i due grandi campi della parola e dell’immagine. Ci sono autori incredibili, come Manuele Fior, Stefano Ricci, il modenese Marino Neri. Personalmente credo che in questo campo, liminare tra illustrazione, fumetto e narrazione visuale, il più grande sia Gipi, che a mio avviso riesce sempre a creare storie necessarie ed emozionanti. È appena uscito il suo nuovo libro “La terra dei figli”, dopo il bellissimo “unastoria”. Ve lo consiglio!

D – L’arte ha oggi la stessa importanza che ha avuto nel passato? Come vede il futuro dell’arte?

L’arte ha sempre avuto importanza nella nostra società e avrà sempre più spazio perché come aveva giustamente previsto Marcel Duchamp, l’arte è dappertutto. Piuttosto è quello che viene definito il sistema dell’arte, che è un sistema culturale ed economico che accredita valore agli artisti in un gioco complesso che riguarda vari ruoli, (critici, curatori, gallerie e musei) che è un problema. A volte non è facile distinguere fra ciò che ha valore e ciò che è di moda o che ha quotazioni falsate come un titolo in Borsa. Il tempo forse ci dirà qualcosa di più su questo. Cosa rimarrà?

D – Cosa dovrebbe insegnare l’arte a scuola? Perché è importante per gli adolescenti?

L’arte dovrebbe insegnare a porci delle domande, a sviluppare il nostro senso estetico e il nostro pensiero critico, forse ci aiuta a vivere meglio. Credo che non occorra fare distinzioni generazionali, l’arte è importante per tutti.

D – Pensa che questo progetto avrà successo?

Penso che avrà successo perché è un’idea creativa che affonda le sue radici in un passato ‘glorioso’, come ho detto prima la radio è un’affermazione di libertà.

D – Cosa pensa della condizione dei giovani? Quale futuro immagina per i ragazzi d’oggi. Vede un futuro per loro e per le nuove generazioni?

La condizione dei giovani oggi è imbarazzante a dir poco. Se posso trasmettervi una sensazione è che siamo nel tempo in cui Saturno divora i prori figli, la sensazione non è bella ma la nostra società è in una fase di grande crisi e non lascia spazio ai giovani, lo fa solo a parole. Il futuro ci sarà in ogni caso, il futuro è adesso, posso dire ai ragazzi di svegliarsi dal torpore catatonico che sembra avvolgerli. Questo progetto mi sembra ancora più bello se consideriamo la forza comunicativa che la radio può avere ancora oggi. Potete esprimere le vostre idee, finalmente! Perciò, evviva la radio!