L’Elica e la Luce. Le futuriste a Nuoro

Il Museo MAN di Nuoro ospita fino al 10 giugno 2018 la mostra “L’Elica e la Luce” curata da Chiara Gatti e Raffaella Resch dedicata alle artiste che operarono nell’ambito del Futurismo. È solo a partire dagli anni Settanta  che si è prestato attenzione alle opere e alle biografie delle artiste delle avanguardie del Novecento. Inutile dire che si tratta di personalità eccezionali le cui date di nascita e morte e le loro stesse opere sono state ignorate o dimenticate..

Esse aderirono al più misogino dei movimenti dell’avanguardia del secolo scorso, che si diceva programmaticamente avverso alla presenza femminile. La visione futurista descrive una visione dell’arte totalizzante, che esalta la forza, la velocità, la guerra da cui il genere femminile deve essere escluso.

Oggi le protagoniste del movimento futurista femminile, autrici di opere di alto valore dalle biografie intriganti e complesse, sono raccontate mirabilmente al MAN, rappresentate e ricordate in rigoroso ordine alfabetico, su un lunghissimo bianco striscione, che dal terzo piano del Museo giunge fino al pian terreno.

Sono figure indipendenti, artiste e intellettuali di primo piano nella ricerca estetica d’inizio secolo. I campi d’interesse sono vastissimi, dalla scrittura alla pittura, dall’illustrazione alla ceramica, non esclusi gli studi di metapsichica e l’occultismo. Ci sono le astrattiste, un compatto gruppo che operò sul lago di Como, centrale elettrica di imperiosa spiritualità, tra cui spiccano Carla Badiali, Carla Prina, Cordelia Cattaneo e Bice Lazzari, autrice di opere improntate alla libertà espressiva nei materiali e nelle forme astratte. Non mancano le donne del post domani, vere attiviste dei diritti femminili, come Rosa Rosà e Valentine de Saint-Point,responsabile del gruppo Actione féminine fondato a Parigi nel 1913. Presenti le autrici dei paesaggi cosmici, che assumono caratteri visionari e allegorici – Luce Balla, Leandra Angelucci e Rùzena Zàktovà con i suoi quadri-sensazione, in cui indaga il valore tattile della materia – e le sperimentatrici dell’ebbrezza del volo nella realtà e nell’arte, come Benedetta, Barbara, Regina e Marisa Mori.Artiste totali, spregiudicate, spesso passate in sordina, inosservate dalla critica coeva, o assorbite dall’anonimato della vita familiare, o cancellate delle guerre (valga, tra i tanti, il caso di Alma Fidora, la cui biblioteca e l’archivio di documenti sono andati distrutti sotto i bombardamenti).

La mostra rintraccia – attraverso oltre 100 opere fra dipinti, sculture, carte, tessuti, maquette teatrali e oggetti d’arte applicata – l’operato di queste donne che hanno lavorato dagli anni dieci fino agli anni quaranta, firmando i manifesti teorici del futurismo, partecipando alle mostre, sperimentando innovazioni di stile e di materiali in ambiti trasversali quali le arti decorative, la scenografia, la fotografia e il cinema, ma anche la danza, la letteratura e il teatro recitano le note di presentazione delle curatrici .

Una mostra da visitare

Sito http://www.museoman.it/it/mostre/mostra/mostra/Lelica-e-la-luce/