Il Premio Bagutta e le scrittrici

Se lo Strega, tra i premi letterari italiani, è indubbiamente il più prestigioso, la palma della longevità va al Premio Bagutta, fondato nel novembre del 1926 da un gruppo eterogeneo di persone di cultura che si ritrovavano intorno a Riccardo Bacchelli in un ristorante di via Bagutta a Milano. Alcune di loro facevano riferimento alla rivista “La fiera letteraria”, la cui sede era poco distante. “Si trovavano assieme per discutere liberamente d’arte e di letteratura, in genere tra soli uomini, uniti soltanto da uno spirito comune, che si rifaceva grosso modo alle esperienze e alle idee manifestate negli anni precedenti dalla rivista romana La Ronda (1919-23) e riprese proprio nel 1926 a Firenze dalla rivista Solaria”.

Oggi la giuria del premio è presieduta da Isabella Bossi Fedrigotti e composta da una quindicina di intellettuali, uomini e donne, provenienti da diversi settori culturali.

Leggiamo nella voce di Wikipedia che le caratteristiche della giuria, il clima conviviale, la scarsa incisività sulle vendite hanno messo questo premio al riparo dalle grandi manovre delle case editrici, ma, potremmo aggiungere noi, non dai pregiudizi contro le donne scrittrici. Magari proprio il fatto che i fondatori si ritrovassero tra soli uomini ha determinato un clima, una tradizione dura a morire; il fatto è che, dei novanta premi conferiti nei novantuno anni di attività del Bagutta a testi di narrativa, saggistica e poesia (il Premio venne sospeso per dieci anni, dal 1937 al 1946, ma vi sono alcuni ex aequo) solo dieci sono andati a opere firmate da donne. Dieci miracolate, poco più del 10%.

Per quarantacinque anni infatti le giurie del Bagutta non si accorgono della presenza delle donne in letteratura e bisogna arrivare al 1972 per trovare la prima autrice premiata, Anna Banti (per il racconto Je vous écris d’un pays lointain). Ma anche dopo è con molta parsimonia che elargiscono premi alle scrittrici: a Natalia Ginzburg nel 1984 (per il saggio La famiglia Manzoni, ma la scrittrice aveva già vinto lo Strega vent’anni prima), a Francesca Duranti nel 1985 (per il romanzo La casa sul lago della luna), a Serena Vitale nel 2001 (La casa di ghiaccio. Venti piccole storie russe); nel 2003 Eva Cantarella vince il premio, ex aequo, con il saggio Itaca. Eroi, donne, potere tra vendetta e diritto, e nel 2005 tocca a Rosetta Loy (con il romanzo Nero è l’albero dei ricordi, azzurra l’aria, premiato anche in Francia con il Prix Jean Monnet de Littérature Européenne); nel 2009 il Premio va a Melania Mazzucco (già vincitrice dello Strega) con il romanzo La lunga attesa dell’angelo; nel 2013 si torna a premiare un saggio, Spaesati. Luoghi dell’Italia in abbandono tra memoria e futurodi Antonella Tarpino, e nel 2017 un libro di poesia, Madre d’invernodi Vivian Lamarque. Quest’anno, 2018, il premio è andato a Helena Janeczek per il suo romanzo La ragazza con la Leica,in cui l’autrice rievoca la figura di Gerda Taro. Forse qualcosa sta cambiando.

Dal 1987 lo storico Premio Bagutta ha una sezione Opera Prima. Qui le cose vanno un po’ meglio: le donne sono tredici su trentasei, circa il 36% del totale. Alle esordienti  il Bagutta ha offerto, sembra, qualche possibilità in più. Si può ipotizzare che a inizio carriera, per così dire, le donne incontrino meno preclusioni, ma che poi, nel mondo della critica letteraria vera e propria, nelle recensioni, nella convinzione con cui le case editrici appoggiano i propri libri, gli uomini siano favoriti sulla strada del successo (anche economico), mentre è più facile che le donne vengano accantonate.

Questi i nomi delle premiate: Franca Grisoni, La böba(poesia) 1987; Laura Bosio, I dimenticati (narrativa) 1994; Carola Susani, Il libro di Teresa(narrativa) 1996 ex aequo; Patrizia Veroli,Millos(saggistica) 1997; Helena Janeczek, Lezioni di tenebra(narrativa) 1998 ex aequo; Rosa Matteucci, Lourdes(narrativa) 1999 ex aequo; Silvia Di Natale, Kuraj(narrativa) 2001; Wanda Marasco, L’arciere d’infanzia(narrativa) 2004; Elena Varvello, L’economia delle cose(narrativa) 2008; Daria Colombo, Meglio dirselo(narrativa) ex aequo 2011; Laura Fidaleo, Dammi un posto tra gli agnelli(narrativa) 2013; Nadia Terranova,Gli anni al contrario, (narrativa) 2016; Giulia Caminito, La grande A(narrativa) 2017.